Tutto quello che c’è da sapere sulle origini della “Befana”

befana

Il termine “Befana” deriva dal greco Bifania e le sue origini sono considerate solo pagane. È una ricorrenza che risale all’Antica Roma e alla Dea Diana che veniva festeggiata durante il solstizio d’inverno, cioè 12 giorni dopo il Natale. Diana era intesa come Dea della Cacciagione e dell’Abbondanza, ma anche come rinascita della natura, dato che tutto ritornerà a fiorire.

Ecco allora che Bifania veniva identificata in Diana. Questa Dea però non era certamente vecchia e brutta, anche se diventò così nel Medioevo che la trasformò in una strega o befana, al fine di condannare i riti pagani di allora.

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Altre tradizioni

 

Il giorno della Befana viene ricordato in tanti modi, fra questi anche come la festa dell’Epifania in cui si brucia la vecchia; nel senso che si elimina l’anno vecchio per accogliere il nuovo. Un’usanza per distinguere le stagioni e la vita delle persone che un tempo dipendevano totalmente dai prodotti della terra.

Tuttavia, trascorso che fu il periodo del Medioevo o momento di oscurità, che dir si voglia, la Befana acquista un significato diverso. Non era più associata alla figura di strega cattiva e diabolica, ma diventò più buona e legata alla leggenda dei Re Magi. Inoltre, nella tradizione, la classica calza della Befana veniva riempita di carbone per ricordare il periodo invernale.

Infatti, si credeva che i Re Magi durante il loro lungo viaggio iniziato in Oriente, chiesero ad una vecchia signora la strada più breve per arrivare nel luogo dove era nato Gesù. La donna non li aiutò e non li seguì. Successivamente però si pentì amaramente del suo comportamento, così preparò un cesto colmo di dolci per andare a cercare i Re Magi. Lungo il suo percorso offriva dolciumi ai bambini, ma mai riuscì a trovare i tre re.

Altre tradizioni invece festeggiano l’Epifania e la Befana con dei falò che si svolgono il 5 gennaio, alla sera. Davanti al fuoco si usa bere del vin brulé in compagnia di tante altre persone e si legge insieme, tra le faville, i buoni auspici per il nuovo raccolto e la stagione successiva.

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