Mascherina riutilizzabile, cosa dice l’ISS?

Mascherina fai da te

Sono molti i dubbi che insorgono e aleggiano in piena atmosfera da fase 2. Da quando le restrizioni si sono allentate e le attività hanno riaperto i battenti, è tanta la voglia da parte degli italiani di ritornare alla quotidianità, rispettando le misure di sicurezza imposte: mantenere il distanziamento sociale di un metro, lavarsi le mani con il sapone (per almeno 20 secondi) – o, se sprovvisti d’acqua, con un gel igienizzante – e indossare sempre la mascherina.
A proposito di mascherine, e di come tutt’oggi risultino ancora introvabili, o comunque non sufficienti per soddisfare l’elevata domanda, le persone si stanno informando riguardo l’effettiva efficacia della mascherina riutilizzabile, come valida alternativa alla chirurgica. In questa direzione, l’Istituto Superiore di Sanità, il 9 maggio ha pubblicato linee guida utili per rispondere in modo esaustivo a tutte quelle domande riguardo l’uso della mascherina di comunità nella vita quotidiana. La mascherina antivirus fai da te, secondo l’ISS, deve essere multistrato e può essere confezionata in proprio; non deve essere considerata né un dispositivo medico (a parte un’eccezione, come vedremo più avanti), nè un dispositivo di protezione individuale: è soltanto una misura igienica.
Il punto di forza delle mascherine riutilizzabili, invece, è soprattutto di tipo economico perché non sono usa e getta ma, anzi, possono essere lavate in lavatrice fino a 60°C, per un numero massimo di volte indicato dal produttore della mascherina stessa. Inoltre, sono amiche dell’ambiente a differenza delle colleghe: di mascherine gettate ne sono piene ormai le nostre città, si trovano per strada così come nelle aree verdi, tanto che alcune Ong si stanno organizzando per raccoglierle: è un gesto rischioso, dato che potrebbero essere infette ma di vitale importanza per salvaguardare l’ambiente prima che sia troppo tardi, come è successo invece con la plastica.

Secondo l’ISS, devono aderire bene al viso, coprendolo dal naso al mento e, per garantire una sensazione di comfort, devono essere realizzate in tessuti che, seppur multistrato, non rendano difficoltosa la respirazione: no quindi ai materiali tossici, allergizzanti o infiammabili. Il New York Times ha pubblicato i risultati di una serie di test fatti per valutare l’efficacia di diversi materiali e, nella maggior parte dei casi, è emerso come siano le fibre naturali a fornire prestazioni migliori rispetto a quelle sintetiche. Tra i materiali “innovativi” che le persone hanno utilizzato per fare una mascherina antivirus fai da te ci sono: jeans, imbottiture per reggiseno, borse riciclabili, filtri da caffè americano e sacchetti per l’aspirapolvere: per la serie, l’immaginazione non ha limiti!

Dove comprare la mascherina riutilizzabile?

Risale solo a qualche giorno fa, la notizia della prima mascherina riutilizzabile certificata a tutti gli effetti come dispositivo medico dall’ISS. Ad aver ottenuto la certificazione, un’azienda della provincia di Treviso, tutta al femminile: la Ninfea srl. In piena emergenza da Covid-19, fin da subito Ninfea, come tante altre aziende, ha preso la decisione di riconvertirsi ed avviare una produzione di mascherine lavabili, idrorepellenti e riutilizzabili fino all’usura. La mascherina Ninfea, disponibile sia per adulti che per bambini, è in 100% cotone certificato OEKO TEX e possono essere sanificate con procedura a caldo o freddo.

fonte Sartoria Ismara

Sono tanti i piccoli produttori italiani ad aver messo in vendita delle mascherine realizzate con tessuti di qualità, come lino o seta, a cifre contenute. Su Etsy.com, un portale dedicato all’artigianato, sono disponibili in diverse fantasie e acquistarle equivale sostenere un commerciante che tenta di sopravvivere in un periodo finanziariamente difficile. Diverse aziende e piccole imprese, hanno riconvertito la produzione in modo da realizzare mascherine lavabili per la vendita. Sono soprattutto aziende di abbigliamento come Sartoria Ismara, con le sue proposte in tessuti naturali, artigianali e made in Italy. Mascherine riutilizzabili ed eco-compatibili che vengono vendute in coppia perché quando se ne usa l’una, l’altra si lava; sono inoltre provviste di una taschina, nella quale è possibile inserire un’ulteriore filtro TNT.

Come fare una mascherina di stoffa fai da te?

Per chi è pratico di ago e filo o semplicemente vuole cimentarsi nel realizzare una mascherina di stoffa fai da te, sarà sufficiente cercare su YouTubetutorial mascherina” per trovare un sacco di video con i metodi più disparati: c’è chi utilizza la tecnica del cartamodello mascherina, indicato soprattutto per chi è alle prime armi, oppure chi usa direttamente la macchina da cucire.
Anche in questo caso è direttamente l’Istituto Superiore di Sanità a venirci incontro attraverso un vademecum su come fare una mascherina di stoffa con del semplice cotone. Vi serviranno: due rettangoli di tessuto dalla misura di 25 x 15 cm; 2 pezzi di elastico (va bene anche dello spago o strisce di tessuto) da 15 cm; ago e filo; forbici e una macchina da cucire.

fonte Istituto Superiore di Sanità

Hai provato a fare una mascherina di stoffa fai da te e vuoi condividere il tuo metodo? Conosci delle aziende o piccole attività che producono mascherine riutilizzabili da consigliare? Lasciaci un piccolo commento qui sotto!

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