Ready Player One, il film dove il virtuale diventa realtà

Ready Player One

In Ready Player One si vive una realtà alterata o meglio una realtà virtuale che è essa stessa una realtà. Indiscutibilmente è un film fantascientifico sul virtuale, uscito nelle sale il 28 marzo 2018 e ancora in visione. E’ diretto dal noto Steven Spielberg e deriva dal romanzo di Ernest Cline del 2010, che porta lo stesso titolo.

Il Film

Siamo nel 2045, ma la Terra non può reggere a lungo a causa della sovrappopolazione e dell’inquinamento. La risposta più ovvia è proprio quella di evadere, di fronte a tanta distruzione e decadimento, in un mondo virtuale denominato OASIS, dove si può lavorare, divertirsi e imparare.

Wade Watts è un giovane di Columbus che entra spesso in OASIS per interagire con il Gioco di Anorak fatto da James Halliday, il creatore di OASIS. Ma lo stesso James Halliday muore, lasciando in eredità tutta la sua fortuna e il mondo virtuale da lui inventato a chi riuscirà a trovare il tesoro nel gioco.

Prodotto dalla Warner Bros, il film fino ad ora ha conquistato tutti, forse perché è firmato Spielberg, ma anche perché è ben fatto nella storia, interpretazioni e riprese che iniziarono nel 2016. Poi nel 2017 ad Alan Silvestri venne concesso di occuparsi delle musiche. Nello stesso anno al San Diego Comic-Con ecco il primo trailer e la diffusione su YouTube.

La Critica

Il bel film Ready Player One è stato considerato anche avventuroso-fantastico, e subito dopo l’anteprima della proiezione al South by Southwest, sia il pubblico che la critica, lo hanno elogiato pure per l’animazione. Tanto che su Rotten Tomatoes la pellicola cinematografica ottiene quasi la totalità delle recensioni positive, mentre su Metacritic ricava 64 su 100, e 54 recensioni stellari.

Anche gli incassi non sono stati inferiori alle aspettative, basti pensare che solo il primo giorno di visione in Italia Ready Player One guadagna 250 mila Euro e nel primo fine settimana la pellicola svetta al primo posto al botteghino con 2 milioni di Euro, mentre alla cassa statunitense 53 milioni di dollari.

Non male come impatto iniziale per un lungometraggio dai mille colori, scenari di vita reale e di immersione totale all’interno dei videogiochi, interpretazioni azzeccate e un filo conduttore semplice e lineare della storia. Belle le animazioni con un finale, da vivere in prima persona!

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